Borse di studio per gli studenti rifugiati centrafricani
A partire dal 2010 ACRA ha avviato un progetto per l’appoggio all’autogestione comunitaria dei campi di rifugiati centrafricani in Ciad. L'intervento, che mira al rafforzamento dell'accesso e della qualità dell'educazione in un processo di integrazione tra popolazione rifugiata e autoctona, si sviluppa all’interno del programma delle Nazioni Unite per i Rifugiati. È proprio in questo contesto che da due anni ACRA, in collaborazione con UNHCR, finanzia delle borse di studio grazie alle quali è stato possibile far emergere e supportare i migliori studenti universitari rifugiati.
L’UNIVERSITÀ COME TEMPIO DI SAPERE
Durante una missione svoltasi a sud del paese, abbiamo incontrato a Sarh due ragazzi beneficiari delle borse di studio.
Nome e cognome : IBRAHIM ASSAMANY ZAKARIA Età: 24 anni Corso : Scienze economiche, Università di Sarh |
Nome e cognome : IBRAHIM DANDJOUMA SANI Età: 25 anni Corso: Matematica e Informatica, Università di Sarh |

Qui sotto vi riportiamo i punti salienti emersi dalle interviste.
I membri della tua famiglia sono d’accordo con la tua iscrizione a scuola e poi all’università? Che genere di sostegno hai ricevuto dalla tua famiglia?
- Tutti i membri della mia famiglia approvano la mia frequenza agli studi universitari. La mia famiglia vive in un campo di rifugiati quindi l’unico sostegno che posso ricevere da loro è di tipo morale. Sono molto orgoglioso di essere uno studente universitario. Quando ero bambino dicevo sempre: “Quando sarò grande mi voglio impegnare a finire gli studi con un Bac+7 in tasca!”
Incontri delle difficoltà all’università (coi professori, gli altri studenti o difficoltà relative alla mole di studio)?
- Con i professori non ho mai avuto delle difficoltà. Per quanto riguarda gli altri studenti invece, esistono alcuni problemi: ad esempio quando chiedo a qualcuno se può prestarmi il suo computer per qualche ora ricevo in cambio delle offese. Non vengo considerato come uno di loro, questo non succede solo a me ma anche agli altri studenti centrafricani.C’e quindi un problema di segregazione degli studenti rifugiati come noi e questo ci porta ad isolarci dagli altri.
Gli altri rifugiati del tuo campo come giudicano il tuo percorso universitario?
- Come la mia famiglia conosce le mie capacità e sa che posso andare lontano con i miei studi, anche le altre persone del mio villaggio (sebbene non scolarizzate) sono molto fiere di me. Tutti pensano che sia una grande opportunità perché l’università è un tempio di sapere.
Cos’hai intenzione di fare una volta preso questo diploma universitario? Pensi che una laurea possa fare la differenza in futuro nell’ambito lavorativo?
- Avere una laurea fa molta differenza nel mondo del lavoro e molti più giovani dovrebbero frequentare l’università perché è un luogo di sapere e saggezza ed è lo strumento migliore per prepararsi al futuro. Desidero continuare i miei studi fino al dottorato, dopodiché cercherò un lavoro che mi consenta di avere una vita migliore. Il mio paese è ancora in guerra e quindi per ora non penso di tornarci, quindi cercherò altrove.
Qual è il tuo sogno per il futuro? Quale lavoro vorresti fare?
- Vorrei continuare fino al dottorato e poi lavorare con una ONG. Mi piacerebbe aiutare le persone svantaggiate che si trovano in pericolo.
- Nel mio futuro mi immagino una vita migliore, più tranquilla e un lavoro che sia coerente con il mio percorso di studi e mi consenta di avere un buon tenore di vita.